Una buona teoria dell’apprendimento è l’unico antidoto che ci protegge dal rischio di una sterile applicazione delle “mode” didattiche che periodicamente attraversano la scuola, spesso senza lasciare tracce significative.
È un fenomeno che ci sembra si stia presentando più frequentemente in questi ultimi anni, vuoi per la affannosa ricerca di soluzioni in risposta alle nuove complessità,
vuoi per il ritmo vertiginoso con cui il digitale propone ambienti e strumenti
apparentemente nuovi, ma che spesso, sotto una superficie tecnologica ed etichette immaginifiche, nascondono logiche consuete e poco innovative.
Per questo abbiamo sentito l’esigenza di riprendere ed approfondire un tema che da decenni fa parte dei “fondamentali” di OPPI: l’epistemologia costruttivista per la
didattica. Il numero della rivista che presentiamo è la prima espressione di questa ricerca che la rianalizza e la ripropone, alla luce delle acquisizioni delle neuroscienze e delle suggestioni della neuro-didattica.